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martedì 16 dicembre 2014

Strozzapreti gorgonzola e zafferano

Gli strozzapreti (o strangolapreti) sono un'antica, tipica, pasta corta da cuocere italiana, a forma di grossi cannelli lunghi un pollice e perciò non sempre agevoli da consumare (da cui il nome, che allude malignamente alla proverbiale golosità dei preti), caratteristica dell'intera Italia Centrale (soprattutto Umbria, Lazio, Marche) e anche della Romagna, assimilata in questo uso e nome perché faceva parte dello Stato Pontificio. Citati più volte nella letteratura romanesca, tra cui i Sonetti di G.G.Belli (La scampaggnata, 16 nov.1834, v. verso 8: “strozzapreti cotti col sughillo”), gli s. nascono ovviamente come pasta da cuocere allora tipica dei giorni di festa o d'uso borghese, non essendo mai stata nessuna pasta da cuocere per tutto l'Ottocento e addirittura fino alle prime decadi del Novecento un abituale alimento contadino e neanche popolare cittadino, come oggi invece a torto si ritiene, a causa dell'alto costo del grano e delle farine di grano. Non per caso fino a tutto il Seicento l'aristocrazia di Napoli, molto conservatrice, ancora continuava l'uso rinascimentale della pastasciutta festiva condita con lo zucchero! Il che esclude, comunque, tutta la recente retorica o luogo comune della pasta in generale e di alcuni formati in particolare (come appunto i s., nell'immaginario popolare di oggi considerati un tipo di pasta molto "rustica") come tipico "cibo povero".
La testimonianza del Belli, osservatore molto attento degli usi di borghesia e popolo più abbiente dell'Ottocento, è preziosa: Si tratta di "cannelletti di pasta prosciugata [essiccata], lunghi un pollice” da condire o cuocere col sughillo [“Sughillo alla napolitana: «sugo di stufato»”, dice il Belli in nota al sonetto cit.).
Nonostante l'industria ormai produca anche questo formato, non c'è dubbio che la preparazione tipica degli s. è casalinga. La sfoglia deve essere stesa col mattarello abbastanza spessa, poi va tagliata a strisce di circa 1.5 cm di larghezza. A loro volta le strisce vengono tagliate a 5 cm o più di lunghezza e piegate manualmente una ad una come per i cavatelli (che sono molto più piccoli). Questo tipo di pasta, nell'immaginario italiano moderno considerata molto "rustica", "rozza" e popolaresca, nata come riferisce il Belli unicamente con condimento di "sughillo" (voce napoletana dell'800 per sugo di arrosto o "stufato di carne"), oppure di formaggio e pepe, come tutte le paste antiche, è oggi condita con ragù e analoghi condimenti ricchi.
Fonte : wikipedia

Condiamoli con dell'ottimo Gorgonzola dolce sciolto in poco latte e un po di zafferano . Per dargli più spinta magari anche una macinata di pepe nero fresco ....

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